Il form #26 non esiste o non è pubblicato.

Programma "IMI Controllo Qualità EMQN test mutazionale BRAF"

L'IMI ha finanziato per l'anno 2019 la certificazione di qualità europea delle analisi mutazionali in pazienti con melanoma secondo gli schemi di valutazione della qualità esterna (External Quality Assessment; EQA) forniti dall’European Molecular Genetics Quality Network (EMQN).
Il finanziamento IMI comprende:
- la quota associativa annuale EMQN (per l'intero anno 2019);
- la partecipazione al programma EMQN-EQA Melanoma.


E' con enorme piacere che annunciamo l'ampia adesione all'iniziativa: in totale, i laboratori autorizzati da IMI a prendere parte al programma EMQN sono 78, distribuiti su tutto il territorio nazionale.

 

Ogni partecipante ha ricevuto, nel corso dell'ultimo mese, 10 campioni clinici per testare e riferire i risultati a EMQN tramite un portale online. EMQN valuterà tutti i risultati in modo anonimo e indipendente in accordo ai criteri stabiliti dai propri peer reviewers. I partecipanti riceveranno i loro punteggi e un rapporto finale che andrà ad evidenziare tutti i risultati nonché tutte le criticità che necessitano di attenzione o miglioramento. Un certificato di partecipazione con l'esito finale sarà prodotto al completamento dell'intero procedimento di valutazione.

  

Ecco sintetizzato il calendario del programma EMQN-EQA Melanoma: 

FEBBRAIO Registrazione dei laboratori sul sito EMQN

MAGGIO Invio campioni ai laboratori da parte di EMQN

GIUGNO-SETTEMBRE Test mutazionale nei laboratori (survey period)

OTTOBRE Sottomissione risultati e produzione reports

 

Scarica la brochure del Programma

Dalla qualità del test mutazionale alla qualità del percorso nel management del melanoma: l’impegno odierno è innalzare il livello qualitativo delle modalità di presa in carico dei pazienti con melanoma a vario stadio di malattia e renderlo quanto più omogeneo sul territorio nazionale.
Entrambe le iniziative, EMQN-IMI Melanoma Quality test e Progetto LINK ME, sono rese attuabili grazie al contributo incondizionato di Novartis.

 Per maggiori informazioni clicca qui  link me

 

Elenco dei 78 laboratori autorizzati IMI

EMQN

NOVARTIS

Second Opinion

second opinion

Agg.to al 04/11/2021

Per la Second Opinion sulla diagnosi anatomo-patologica (revisione di preparati istopatologici) di tumori spitzoidi atipici e proliferazioni melanocitarie ambigue di difficile interpretazione, IMI offre l’accesso ad un servizio di consulenza specialistica qualificata.

Chi può chiedere la prestazione
• dirigente medico operante in presidio ospedaliero centro IMI (presenza di almeno un Socio IMI attivo)

 

Alla fine della procedura di registrazione online, la Segreteria IMI provvederà ad assegnare il codice progressivo e ad inviare al medico richiedente il modulo di richiesta di Second Opinion da allegare al materiale da spedire.

Materiale da spedire
Vetrini istologici diagnostici colorati con ematossilina ed eosina + 10 sezioni istologiche in bianco di spessore pari a 4 µm (per indagini supplementari: es. immunoistochimica, FISH) oppure, qualora sia possibile, meglio l’inclusione in paraffina (che sarà successivamente restituita alla fine della procedura di Second Opinion)
• Stampa modulo di richiesta di Second Opinion IMI con codice progressivo
• Fotocopia fronte-retro della tessera sanitaria
• Copia del referto istopatologico originale
• Indirizzo del medico richiedente presso cui spedire Il materiale istopatologico residuo originale, unitamente ad una copia del consulto.

Si precisa che il costo delle spese del materiale da spedire è a carico del mittente.

Indirizzo al quale inviare i preparati istopatologici
SODc Istologia Patologica e Diagnostica Molecolare - DAI dei Servizi
Direttore - Prof. Daniela Massi
Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi
Viale Pieraccini, 6
Cubo 3 Padiglione 27B
50139 - Firenze

Tempi di refertazione
Generalmente entro 10-14 giorni lavorativi dal momento del ricevimento del materiale, salvo particolari indagini aggiuntive.


Modalità di trasmissione del referto
Il referto sarà trasmesso al medico del centro IMI che ha richiesto la Second Opinion con modalità conformi alla vigente normativa (D.P.C.M. 8 agosto 2013. Modalità di consegna, da parte delle Aziende sanitarie, dei referti medici tramite web, posta elettronica certificata e altre modalità digitali).

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Restituzione del materiale
Il materiale istopatologico residuo originale, unitamente ad una copia del consulto, saranno inviati al medico richiedente tramite corriere.

Costi
I costi del consulto e della restituzione tramite corriere saranno a carico di IMI

Per ulteriori informazioni
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Modulo di richiesta Second Opinion online

 

 

 

Diagnosi e Trattamento

 

Il referto istopatologico di ciascun melanoma invasivo dovrebbe sempre contenere le seguenti informazioni:
• Fase di crescita. La fase radiale è caratterizzata da proliferazione di melanociti nell’epidermide e/o nel derma papillare, senza formazione di lesione tumorale. La fase di crescita verticale è la fase tumorigenica nella quale il melanoma è caratterizzata morfologicamente dalla presenza di lesione espansiva e/o dalla presenza di figure mitotiche nella componente invasiva.
• Spessore della lesione (di Breslow). Lo spessore secondo Breslow viene misurato in verticale, fino al punto di massima infiltrazione.
• Ulcerazione. La presenza di ulcerazione e la sua estensione (misurata sia come diametro che come percentuale rispetto all’ampiezza del tumore) deve essere valutata al microscopio.
• Indice mitotico. Il numero di mitosi (calcolata per mm2) va indicato anche nei melanomi considerati a basso rischio (<0,8 mm di spessore).
• Linfociti infiltranti il tumore (TILs). La presenza di TILs sembra essere associata statisticamente ad una prognosi più favorevole, indipendentemente dal tipo di mutazione presente.
• Regressione. E’ dibattuto se la presenza di fenomeni di regressione nei melanomi in fase di crescita radiale influenzi negativamente la prognosi. Tuttavia, la presenza di estesi fenomeni di regressione potrebbe determinare una sottostadiazione del tumore primitivo. Nel caso in cui gli estesi fenomeni di regressione siano associati ad una residua componente di melanoma intraepidermico, il referto anatomo-patologico dovrebbe indicare esplicitamente “Melanoma con estesi fenomeni di regressione e residua componente di melanoma in situ”.
• Infiltrazione linfovascolare e microsatellitosi. L’identificazione di presenza di microsatelliti ed invasione linfovascolare sembra essere correlata con il rischio di ricaduta a livello cutaneo (metastasi in transit) che di coinvolgimento linfonodale locale.

 


Attualmente, è assolutamente necessaria la “classificazione molecolare” di ciascun melanoma, attraverso la conoscenza di alterazioni geniche coinvolte nella patogenesi, al fine di identificare sottogruppi di pazienti che potenzialmente possano beneficiare di comuni strategie terapeutiche:
• Mutazioni del gene BRAF. Circa il 50% dei melanomi presenta mutazioni del gene BRAF; esse sono distribuite in maniera differente nei diversi sottotipi clinici di melanoma. I melanomi insorti in aree cutanee non esposte cronicamente al sole presentano la più alta frequenza (50-55%) di mutazioni nel gene BRAF, se paragonata a quella osservata nei melanomi su cute cronicamente esposta al sole (5-10%), nei melanomi acrali (15-20%) o nei melanomi delle mucose (3-5%). I melanomi associati alla mutazione BRAF-V600E si manifestano in età più giovanile (<55 anni), in pazienti con elevato numero di nevi melanocitici ed in sedi sottoposte ad esposizione solare intermittente, quali tronco ed arti. La mutazione BRAF-V600K è invece più frequente nei melanomi insorti in età più avanzata, nei pazienti con prevalente localizzazione nella regione testa-collo ed in associazione ad esposizione solare cronica. I pazienti con melanoma avanzato (inoperabile o metastatico) mutato nel gene BRAF sono altamente responsivi al trattamento con la combinazione di inibitori di BRAF-mutato ed inibitori di MEK.
• Mutazioni del gene NRAS. Esse si osservano nel circa il 15-20% dei melanomi. I primi studi hanno dimostrato una limitata efficacia terapeutica degli inibitori di MEK in pazienti con melanoma mutato nel gene NRAS.
• Mutazioni del gene c-KIT. Esse si osservano nell’1-3% dei melanomi, con maggiore frequenza nei melanomi mucosali (20%), nei melanomi acrali-lentigginosi (15%) e nei melanomi su cute cronicamente fotoesposta (3%), risultando pressoché assenti nei melanomi in aree cutanee non esposte cronicamente al sole. I pazienti con melanoma avanzato mutato nel gene c-KIT sono responsivi agli inibitori di KIT (imatinib, nilotinib).

 


La chirurgia escissionale è il trattamento primario per il melanoma. La misura dei margini liberi dipende dallo spessore del melanoma.
Margini di allargamento raccomandati:
- melanoma in situ: 5 mm
- melanoma con spessore fino a 2 mm: 1 cm
- melanoma con spessore > 2,00 mm: 2 cm
Può essere giustificato un’escissione con margini meno estesi in caso di grave compromissione estetico-funzionale, sottoponendo il paziente ad uno stretto monitoraggio post-chirurgico.
Una menzione a parte spetta alla gestione chirurgica della lentigo maligna (variante di melanoma in situ a lento decorso, che colpisce maggiormente con estese lesioni il volto degli anziani). Il trattamento è legato alle fasce d'età: al di sotto dei 60 anni è maggiormente preferito il trattamento chirurgico delle lesioni, con resezione chirurgica completa e meticoloso controllo dei margini; nei pazienti al di sopra di 70 anni sono invece maggiormente utilizzate opzioni non chirurgiche quali l'imiquimod topico e la radioterapia.

 


La ricerca del linfonodo sentinella è un momento fondamentale per la stadiazione chirurgica del melanoma. Il rischio di coinvolgimento linfonodale è direttamente proporzionale allo spessore del melanoma o alla presenza di mitosi: in un melanoma con spessore <1 mm i secondarismi a tale livello sono rari, mentre per melanomi con spessore compreso tra 1,5 e 4 mm tale coinvolgimento è verificato nel 25% dei casi ed aumenta fino al 60% per melanomi con spessore superiore a 4 mm.
Nei pazienti con melanoma pT1b, pT2, pT3, pT4 la biopsia del linfonodo sentinella deve essere considerata come prima opzione. Nei pazienti con melanoma pT1a e con regressione >75% può essere consigliata la biopsia del linfonodo sentinella.
La ricerca del linfonodo sentinella può essere eseguita anche in corso di gravidanza (dopo il terzo mese di gravidanza e senza colorante vitale). Nei pazienti con diagnosi di tumore di Spitz atipico la biopsia del linfonodo sentinella non dovrebbe essere presa in considerazione.
Nella refertazione devono essere riportati il numero di linfonodi sentinella esaminati, il numero di linfonodi positivi e la tipologia di positività (micro- o macrometastasi).
Nei pazienti con linfonodo sentinella istologicamente positivo la dissezione linfonodale di completamento può essere presa in considerazione come opzione di prima intenzione. La dissezione linfonodale completa, se tecnicamente radicale, è indicata in caso di metastasi ai linfonodi regionali clinicamente evidenti (esame obiettivo/ ecografia/ TAC, confermate da prelievo citologico o bioptico). Per i pazienti in stadio III è indicata la dissezione linfonodale completa indipendentemente dal tipo di metastasi presenti nel linfonodo sentinella. In caso di metastasi linfonodali clinicamente evidenti è consigliabile la valutazione dello stato mutazionale di BRAF.

 


Nei pazienti affetti da melanoma stadi IIC-III l’interferone a basse od alte dosi può essere utilizzato come trattamento adiuvante, in attesa della possibilità di accesso a terapie innovative [immunoterapici, farmaci a bersaglio molecolare (inibitori di BRAF-mutato e di MEK) e vaccinoterapia].
Pazienti con melanoma in stadio III e ad elevato rischio di ricaduta linfonodale nonché i pazienti con melanoma del distretto cervico-facciale non dovrebbero ricevere radioterapia adiuvante, benché possa essere discussa in casi selezionati.

 


La chirurgia del IV stadio può essere riservata come opzione terapeutica di scelta in pazienti che hanno una singola o poche metastasi a livello dei tessuti molli e/o linfonodi distanti; in questi casi è stato riportato un vantaggio in termini di sopravvivenza globale rispetto ai controlli non operati in era pre-terapie biologiche. Quando possibile va sempre valutata la presenza di mutazioni nei geni BRAF, NRAS e/o c-KIT.
In caso di metastasi cutanee multiple oppure inoperabili, l’elettrochemioterapia è una opzione terapeutica. La chirurgia palliativa trova indicazione nelle lesioni emorragiche gastroenteriche o con rischio di perforazione o di occlusione, in considerazione anche delle nuove opportunità di trattamento sistemico che favoriscono l’integrazione fra le diverse strategie terapeutiche laddove i possibili benefici sopravanzino i rischi chirurgici.

 


Fino a poco tempo fa lo scopo del trattamento della malattia metastatica non operabile poteva considerarsi quasi esclusivamente palliativo, dal momento che i chemioterapici a disposizione hanno dimostrato nel corso degli anni un effetto limitato e scarsamente curativo nella maggior parte dei casi. Negli ultimi anni il progressivo affermarsi di nuovi farmaci ha permesso di osservare dei vantaggi in termini di sopravvivenza, come nel caso dell’ipilimumab, dei farmaci anti PD1 o dei farmaci BRAF e MEK inibitori. Tuttavia, quando possibile, i pazienti con melanoma metastatico dovrebbero essere inseriti in studi clinici.

Immunoterapia
Negli ultimi anni l’introduzione dei farmaci inibitori dei checkpoint immunologici ha rappresentato una svolta molto importante nell’immunoterapia del melanoma.
Il primo farmaco che si è reso disponibile in clinica è stato l’ipilimumab. Quest’ultimo è un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore CTLA-4, presente sui linfociti T attivati e che regola normalmente la risposta immunitaria. Il legame dell’anticorpo anti-CTLA-4 alla suddetta molecola, impedisce l’innesco del segnale negativo che si traduce in un potenziamento delle difese immunitarie. L’ipilimumab, eliminando un freno inibitore alla risposta immunitaria, che peraltro contribuisce allo stabilirsi della tolleranza immunogenica, è associato al rischio di effetti collaterali correlati all’attivazione del sistema immunitario.
Più recentemente sono stati introdotti in clinica i farmaci inibitori di PD-1 (nivolumab e pembrolizumab) che nel corso del 2016 hanno ottenuto la rimborsabilità dell’AIFA nel trattamento del melanoma avanzato (stadio III non resecabile o IV). Entrambi, nivolumab e pembrolizumab, hanno dimostrato efficacia nel trattamento del melanoma avanzato, con una sopravvivenza globale a due anni pari al 55% circa dei casi trattati. Recenti studi hanno dimostrato attività ed efficacia della combinazione di anti-CTLA-4 e anti-PD-1.
Il trattamento con farmaci anti PD-1 (pembrolizumab e nivolumab) presenta un profilo di tollerabilità accettabile, migliore rispetto ad ipilimumab e nettamente diverso dal trattamento chemioterapico. In genere la maggior parte degli eventi avversi sono di tipo immunomediato, gestibili con terapia sintomatica o immunomodulante (es. steroidi) a seconda del grado e della durata dell’evento. E’ basso il tasso di interruzione del trattamento con anti-PD-1 per tossicità (range negli studi esaminati del 3-8%).
Considerato il beneficio in sopravvivenza e il profilo di tollerabilità, il bilancio rischio/beneficio del trattamento con anti PD-1 rispetto a ipilimumab o chemioterapia è favorevole. Pertanto, nei pazienti con melanoma in stadio IIIC non operabile o stadio IV, in cui è indicata immunoterapia, il trattamento con anti PD-1 dovrebbe essere preso in considerazione come opzione di prima scelta.

 

Terapie a bersaglio molecolare
Attualmente, tre inibitori di BRAF-mutato (vemurafenib, dabrafenib, encorafenib) e tre inibitori di MEK (cobimetinib, trametinib, binimetinib) hanno dimostrato una spiccata efficacia antitumorale nei melanomi che presentano specificamente la mutazione BRAF-V600, mentre non hanno nessun effetto sui melanomi non mutati nel gene BRAF. In questi anno, è stato ampiamente dimostrato che il trattamento con BRAF-mutato inibitore + MEK inibitore è significativamente superiore in termini di efficacia e attività rispetto al trattamento con BRAF-mutato inibitore agente singolo. Il trattamento di combinazione è anche associato a un minor rischio di tossicità cutanee.
Nel caso di melanomi delle mucose, delle estremità (acrali), e delle aree esposte cronicamente al sole (lentiginosi), è stata dimostrata la presenza di mutazioni del gene c-KIT che predispongono alla risposta al trattamento con c-KIT inibitori (imatinib, nilotinib).
Attualmente la disponibilità della immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare nel caso di melanomi con mutazione del gene BRAF apre nuove potenzialità di cura in uno scenario molto complesso che richiede uleriori studi. In particolare, sono in corso studi che valutano la combinazione delle terapie, la loro sequenza o l’integrazione con altri trattamenti disponibili (es. radioterapia).

Nella pratica clinica, la scelta del trattamento dipende dalla estensione di malattia, dalla necessità o meno di una rapida risposta obiettiva, dalla possibilità di ottenere risposte durevoli, da eventuali co-morbilità, nonché dalle preferenze del paziente. Anche la rivalutazione della malattia dovrà tener conto della tipologia delle risposte osservate in corso di immunoterapia rispetto alla terapia target e/o alla chemioterapia, ciò ovviamente in relazione al differente meccanismo d’azione delle diverse strategia terapeutiche. L’utilizzo degli anticorpi immunomodulanti in particolare ipilimumab, ha dimostrato che in corso di immunoterapia è possibile osservare risposte non convenzionali, caratterizzate da un iniziale aumento del carico tumorale o comparsa di lesioni, con successiva risposta tardiva e duratura. Ciò ha spinto i ricercatori a formulare dei criteri di risposta specifici per gli agenti immunoterapici (164). Questi criteri per la valutazione della risposta, sviluppati principalmente negli studi con ipilimumab, potrebbero essere applicati anche ai trattamenti con anti-PD-1, seppure il tasso di risposte non convenzionali siano osservate con minor frequenza e gli studi condotti con questi farmaci abbiano maggiormente utilizzato i criteri classici RECIST. Qualora alla prima rivalutazione strumentale della malattia si sospettasse una pseudo-progressione, la progressione dovrebbe essere confermata dopo circa 4 settimane.

 

Chemioterapia
Il trattamento con chemioterapia trova oggi indicazione dopo trattamento con farmaci BRAF e MEK inibitori (nella popolazione con mutazione BRAF V600) o con immunoterapia, oppure nelle condizioni in cui queste terapie siano controindicate. Le opzioni di trattamento prevedono l’utilizzo di dacarbazina, temozolomide o fotemustina e solo in casi selezionati, di regimi polichemioterapici o biochemioterapici.

Radioterapia sulle metastasi a distanza
In pazienti con metastasi cerebrali multipli, il trattamento radiante pan-encefalico a dosi convenzionali è considerato una opzione terapeutica in grado di palliare i sintomi, anche se non modifica la sopravvivenza globale dei pazienti. L’aggiunta di temozolamide alla radioterapia pan-encefalica non garantisce un vantaggio in termini di sopravvivenza. Le nuove tecniche di radioterapia stereotassica/radiochirurgia, in pazienti con un numero contenuto di lesioni encefaliche (≤4), diametro ≤ 3-4 cm e con malattia extracranica stabile, possono essere considerate un’alternativa al trattamento radioterapico standard. La radioterapia panencefalica dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti con lesioni cerebrali multiple non operabili o per i quali non sia indicato un trattamento radiochirurgico stereotassico. Nei pazienti con melanoma oligometastatico e asintomatici per lesioni encefaliche, può essere indicata l'integrazione di radioterapia stereotassica con anti-PD-1. Nei pazienti con metastasi encefaliche e con mutazione BRAF V600 può essere preso in considerazione il trattamento con target therapy.
Il trattamento radiante è consigliato, inoltre, in presenza di lesioni ossee sintomatiche (soprattutto vertebrali) o a rischio di frattura. Oltre che nelle lesioni encefaliche ed ossee la radioterapia può essere impiegata a scopo palliativo sintomatico e/o per aumentare il controllo locale su diverse localizzazioni secondarie come: linfonodali addominali/pelviche/mediastiniche che possono provocare dolore da compressione o stasi linfatica, lesioni polmonari, lesioni cutanee-sottocutanee ulcerate sanguinanti.

 

 

Ricerca

teleconsulenza genetica

Agg.to al 29/10/2021


Chi può chiedere la prestazione
• dirigente medico operante in presidio ospedaliero centro IMI (presenza di almeno un Socio IMI attivo)

 

Contenuti delle prestazioni
I pazienti riceveranno una consulenza pre-test durante la quale, a seguito della ricostruzione dell’albero genealogico e della revisione delle conferme istologiche, saranno informati della possibilità di eseguire il test in pannello NGS IMI germline card di cui verranno illustrati limiti e benefici. A seguito della raccolta del consenso informato e dell’invio del prelievo di sangue periferico del paziente, verrà eseguito il test sul DNA germinale ed i risultati verranno comunicati nell’ambito di una consulenza post-test accompagnata anche da una relazione scritta, per il paziente e il medico curante, contenente le indicazioni per l’interpretazione del test e i consigli di follow-up. In caso di positività, gli altri membri della famiglia verranno invitati a partecipare con le stesse modalità.

 

Principali Criteri di Inclusione ed Esclusione
Criteri di inclusione

- Pazienti affetti da Melanoma cutaneo con storia familiare positiva per melanoma cutaneo (cioè presenza di almeno due membri affetti nello stesso ramo della famiglia, di cui almeno uno con età di diagnosi entro i 60 anni)

- Pazienti con storia personale di Melanoma cutaneo multiplo: diagnosi di almeno 2 Melanomi cutanei, di cui la prima entro i 60 anni.

- Pazienti con storia personale/familiare di Melanoma cutaneo e adenocarcinoma pancreatico, Melanoma uveale, mesotelioma pleurico o peritoneale, neoplasie renali, melanocitoma con inattivazione di BAP1, per un totale di almeno due diagnosi oncologiche.

 

Criteri di esclusione

- Pazienti con diagnosi di un singolo Melanoma cutaneo senza storia familiare positiva (casi sporadici) né per Melanoma né per possibili altre neoplasie associate in condizioni sindromiche.

Il consulente genetista si riserva di valutare l’appropriatezza del test genetico in base al grado di parentela dei soggetti affetti e alla conferma della storia oncologica (documentazione clinica e/o istologica; plausibilità del racconto anamnestico).

 

Alla fine della procedura di registrazione online, riceverà via e-mail conferma dell’avvenuta registrazione della procedura e le istruzioni per la fase succesiva.

 

Materiale da spedire

- Campione di sangue (10 ml in tubi da emocromo, con anticoagulante EDTA) 

- Stampa modulo di richiesta di Tele-consulenza Genetica IMI con codice progressivo

- Consenso informato al test genetico sottoscritto dal probando, unitamente alla fotocopia fronte-retro del suo documento d'identità e della sua tessera sanitaria

- Copia del referto istopatologico originale del probando

 

Il costo della spedizione del plico con il suddetto materiale sarà a carico di IMI.

 

Indirizzo al quale inviare i campioni

Paola Ghiorzo e William Bruno
Genetica dei Tumori Rari
Pad. 15 ext. IST, II piano – stanze 38-40
IRCCS Ospedale Policlinico San Martino
L.go R. Benzi, 10 - 16132 GENOVA 

Per ulteriori informazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

MODULO DI RICHIESTA TELECONSULENZA IMI ONLINE


Sezione dati - PAZIENTE PROBANDO
(deve essere compilato dal medico richiedente o suo operatore delegato)

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

/ / Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

CONSENSO A TELECONSULENZA
da stampare, far firmare al paziente e inviarne copia
(foto/scansione) a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
>>> SCARICA QUI IL MODULO DA COMPILARE <<<

Sezione dati - MEDICO RICHIEDENTE

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Valore non valido

Preferenze di Comunicazione

Valore non valido



INFORMATIVA SULLA PRIVACY

Regolamento IMI Giovani

testo approvato dal Consiglio Direttivo IMI del 19 gennaio 2022

ARTICOLO 1

Scopo del Gruppo di lavoro IMI Giovani è di incentivare e favorire la partecipazione attiva nella vita dell'associazione IMI dei soci giovani.

 

ARTICOLO 2

Sono considerati giovani tutti i soci IMI di età non superiore a 40 anni.

 

ARTICOLO 3

Il Gruppo di lavoro IMI Giovani è composto da nove membri.

I nove membri del Gruppo di lavoro sono eletti fra i candidati che alla data della elezione rientrino nella categoria dei giovani quale definita nel precedente art. 2, e siano soci effettivi IMI in regola con il versamento della quota associativa.

Per tenere conto delle diverse aree tematiche di IMI, andranno a comporre il Gruppo IMI Giovani i primi eletti di ogni area per la quale si siano presentati dei candidati, e i successivi eletti in ordine di preferenze ottenute indipendentemente dall'area di appartenenza. A tale scopo i candidati dovranno specificare l'area di appartenenza, che sarà indicata vicino al suo nome. In caso di parità prevarrà il candidato maggiore di età.

I membri eletti dureranno in carica fino alla data in cui cesserà il mandato del Consiglio Direttivo di IMI nominato con contemporanea elezione, e completeranno il mandato anche se durante il mandato stesso supereranno l’età di 40 anni.

Le elezioni avverranno contemporaneamente a quelle del Consiglio Direttivo di IMI, con le stesse modalità e regole previste per le elezioni dei consiglieri IMI dallo statuto e dagli eventuali regolamenti, salvo quanto di seguito specificato.

Hanno diritto di voto tutti soci effettivi IMI che al momento della votazione rientrano nella categoria dei giovani quale definita nel precedente art. 2.

 

ARTICOLO 4

Nella sua prima riunione utile, eccezionalmente convocata dal Presidente IMI, il Working group IMI Giovani nomina al suo interno un Coordinatore, e ne acquisisce l'accettazione.

Il Coordinatore parteciperà, su invito del Presidente IMI e comunque senza diritto di voto, alle riunioni del Consiglio Direttivo IMI almeno 2 volte all'anno.

L'incarico di coordinatore non potrà essere attribuito ad una stessa persona per più di un mandato consecutivo.

Eventuale rinuncia del Coordinatore nel corso del suo mandato comporterà anche la contestuale rinuncia a far parte del Working Group. In tal caso il WG verrà reintegrato con il primo dei non eletti delle elezioni precedenti e quindi il WG provvederà a nominare al suo interno un nuovo coordinatore.

Nel caso di rinuncia a far parte del Working Group di un membro che non sia il Coordinatore, il WG verrà reintegrato con il primo dei non eletti delle elezioni precedenti. In mancanza di candidati disponibili il WG non verrà reintegrato.

 

ARTICOLO 5

Per il migliore raggiungimento dei suoi scopi il Gruppo di lavoro IMI Giovani potrà organizzare gruppi specifici, costituiti da soci IMI rientranti nella categoria dei giovani quale definita nel precedente art. 2, anche esterni al Gruppo di lavoro, stabilendone finalità e modalità operative. Tutte le riunioni sia del WG che dei gruppi specifici, saranno convocate dal Coordinatore.

 

ARTICOLO 6

I componenti del Gruppo di lavoro IMI Giovani sono tenuti a partecipare attivamente alla vita dell'Associazione, anche presentando alla valutazione del Consiglio Direttivo progetti di ricerca scientifica.

 

ARTICOLO 7

Nell'ambito di ogni Congresso Nazionale IMI è previsto uno spazio per consentire una riunione plenaria di tutti i giovani rientranti nella categoria prevista dal precedente art. 2.

 

ARTICOLO 8

Il presente regolamento sostituisce in tutto ogni precedente disposizione espressamente riferita al Gruppo IMI Giovani, nonché ogni altra disposizione derogata con il presente regolamento.

Dona il tuo 5 per mille ad IMI!

Segreteria IMI

Marta Rotella
Via XII Ottobre 1 - 6° Piano
16121 GENOVA
tel. 010 8907874
fax 010 8907901
cell. 389 1862272
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.