CS - Maggio il mese del Melanoma la testimonianza di una paziente con il melanoma nel cuoio capelluto

 

GIOVANNA NIERO, IL MIO MELANOMA NASCOSTO TRA I CAPELLI

SERVE CONSAPEVOLEZZA, L’HO TRASCURATO PER IGNORANZA

GLI OPERATORI DEL BENESSERE DEVONO SEGNALARE LE ANOMALIE

 

Sono una delle tante che ha trascurato i segnali per ignoranza.Incomincia così il racconto di Giovanna Niero, presidente dell’associazione A.I.Ma.Me, l’Associazione Italiana Malati di Melanoma e tumori della pelle, che ha raccontato la sua storia al webinar promosso da IMI – Intergruppo Melanoma Italiano dal titolo ‘Il melanoma nascosto tra i capelli”.

Si era accorta di un ‘brufoletto’ tra i capelli che non guariva già nel 2006. Faceva la crosta, guariva e poi ricompariva. “Ma quando non riesci a vederti e non fa male – dice - ti dimentichi che c’è qualche cosa che non va”. Inoltre, agli inizi degli anni 2000, di melanoma se ne parlava poco e mai avrebbe pensato che potesse venire sul cuoio capelluto. Così passano ben due anni prima di rivolgersi ad un dermatologo e altri 6 mesi prima di decidersi a togliere quella lesione che nel frattempo ha uno sviluppo improvviso: cresce, si ispessisce e si ingrossa cambiando per sempre il corso della sua vita.

Da malata a testimonial il passo è breve e naturale. Per Giovanna alla base della prevenzione c’è, infatti, la consapevolezza del paziente e la corretta informazione. Ed è per questo che nel 2015, assieme ad altri pazienti, fonda A.I.Ma.Me ed inizia a collaborare attivamente con gli specialisti IMI.

“Bisogna cambiare la visioneaffermanon trascurare quello che non è evidente. E non avere paura di fare le visite dermatologiche. La diagnosi precoce per questo tumore estremamente aggressivo fa davvero la differenza tra una vita in salute e un incubo che ti cambia l’esistenza.” E aggiunge: “Più consapevole sei, più conosci la malattia e i farmaci e più hai le energie per combattere il melanoma. Bisogna essere consapevoli che di una piccola macchia si può morire e bisogna sapere che, grazie ai nuovi farmaci a disposizione e ai centri di riferimento di diagnosi e cura, oggi abbiamo molte armi per sconfiggere questa malattia.”

 “Abolire i tabù e parlare apertamente” è diventato il suo motto. In questa visione coinvolgere il mondo degli operatori del benessere è un punto cardine. No – sottolinea – alla paura di segnalare qualche cosa che non va e avere il coraggio di spingere il cliente a fare una visita dermatologica di controllo.” Per contro anche chi riceve l’allert deve avere l’umiltà di ascoltare. “Meglio fare un controllo in più che uno in meno”, dice.

Di qui l’appello: Osservate la vostra pelle e quella delle persone che amate. Guardiamoci e facciamoci guardare. E soprattutto proteggiamo e insegniamo a proteggere la cute dei bambini, a partire dalla testa. Sotto il sole indossiamo un cappello. Io mi sono pettinata con la riga in mezzo e le trecce per molti anni da bambina e il mio melanoma è in corrispondenza di quella riga. E non rimandate mai per paura una visita dermatologica. Se potessi tornare indietro non avrei più timori e un controllo lo avrei fatto immediatamente. E infine la consapevolezza: formiamo e informiamo il maggior numero di persone possibile.”

 Genova, 2 maggio 2022

Ufficio Stampa IMI – Intergruppo Melanoma Italiano

Giulia Pigliucci - Tel. 3356157253