Gut Microbial Species and Metabolic Pathways Associated With Response to Treatment With Immune Checkpoint Inhibitors in Metastatic Melanoma

Negli ultimi giorni di giugno 2020 sono stati pubblicati sulla rivista Melanoma Research, i risultati di un interessante lavoro volto ad approfondire i legami tra la presenza e la composizione della flora microbica intestinale, e la risposta agli inibitori di immunocheckpoint (anti PD-1, anti CTLA-4) in pazienti affetti da melanoma metastatico.

Già alcuni studi preclinici avevano evidenziato questa possibile correlazione.
Nei pazienti affetti da melanoma metastatico responsivi all’immunoterapia era stata già descritta una differente composizione della flora batterica intestinale (più ricca di Bifidobacterium  adolescentis,  Holdemania  filiformis,  Faecalibacterium  spp.  e altri appartenenti alla famiglia dei Ruminococchi) rispetto ai pazienti non responsivi. Osservazioni analoghe erano state fatte sui pazienti affetti da NSCLC e RCC, relativamente ad altre specie batteriche, tra cui Veillonella parvula e Akkermansia muciniphila.
Al contrario, specie più comunemente riscontrate nei pazienti non responsivi all’immunoterapia sono state quelle appartenenti alla famiglia degli Actinomiceti e dei Lattobacilli.
Oltre alla valutazione qualitativa, la flora microbica intestinale era stata valutata anche da un punto di vista funzionale, mediante l’analisi genomica microbica e la conseguente analisi dei pathway funzionali attivati: nei pazienti affetti da melanoma metastatico, era stata identificata una maggiore presenza di pathway anabolici nei pazienti responsivi alla terapia rispetto ai pazienti non responsivi.

In questo studio sono stati analizzati al baseline (prima di iniziare la terapia), campioni di feci appartenenti a 25 pazienti con diagnosi di melanoma metastatico. Di questi, 23 sono stati successivamente trattati con anti PD-1 mentre i restanti 2 con anti PD-1 + anti CTLA-4.

Un totale di 12 pazienti sono stati considerati “responders”. Di questi, 10 hanno mostrato una RP mentre 2 hanno avuto una early pseudoprogression seguita da una RP; i restanti 13 pazienti sono stati considerati “non responders”.

Sono stati identificate 790 specie microbiche; escludendo quelle presenti in meno del 25% dei campioni sono state complessivamente considerate 192 specie batteriche.

Non sono state identificate delle specie esclusivamente presenti nei pazienti responsivi e nei pazienti non responsivi. Tuttavia, è stata identificata una differenza significativa (P < 0.05) nella prevalenza di Bacteroides massiliensis, Haemophilus parainfluenzae, L. bacterium 8 1 57FAA, Parabacteroides distasonis e Gordonibacter pamelaeae nei pazienti “responders” in confronto con i pazienti “non responders”. In accordo con studi precedenti, è stata riscontrata una relativa abbondanza di V.  parvula e Bacteroides thetaiotaomicron nei pazienti “responders” mentre nei pazienti “non responders” è stata identificata una relativa abbondanza di E. coli and A. odon-tolyticus. Ancora, è stata osservata una correlazione positiva tra la relativa abbondanza di A. muciniphila e la risposta all’immunoterapia, precedentemente descritta solo nei pazienti NSCLC e RCC. In contrasto con gli studi precedenti, l’abbondanza di Bacteroides eggerthii è stata correlata con la risposta all’immunoterapia.

È stata osservata una PFS maggiore per i pazienti portatori di B. Massiliensis e una PFS minore per i portatori di Peptostreptococchi. Tutte le altre specie non hanno mostrato delle correlazioni con la PFS.

È stata osservata una OS maggiore tra i portatori di Streptococcus parasanguinis, mentre una OS minore è stata osservata tra i portatori di Peptostreptococchi.  

Tutti questi risultati sottolineano che un’associazione tra la flora microbica intestinale e la risposta all’immunoterapia esiste ma resta estremamente difficile definirne l’impatto, soprattutto alla luce di numerosi fattori confondenti (età, sesso, uso di alcuni farmaci come IPP e antibiotici etc). Resta quindi la necessità di ulteriori studi, più vasti e prospettici, che aiutino a far luce su questo interessante capitolo.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31990790/